come-gudagna-blogger

In questi giorni mi è capitato tra le mani un bell’articolo sulle modalità di monetizzazione dei travel blogger, pubblicato da Peter Parkorr su Tnooz.

Se siete interessati all’argomento (del momento!), vi consiglio di dedicare qualche minuto alla lettura completa dell’articolo.

Io mi voglio soffermare invece sullo schema davvero completo, proposto dall’autore, riguardo alle attività attraverso cui guadagnano i blogger relativamente all’industria del turismo, categorizzazione che a mio avviso può tranquillamente essere generalizzata (perfetta per esempio per food, hi-tech marketing!)…

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L’attività di “produzione dei contenuti” è quella che fornisce probabilmente minori possibilità di remunerazione diretta (ne avevamo già parlato da queste parti, ricordate?) ma è quella che consente al blogger di:

  • aumentare la credibilità e quindi il proprio capitale sociale, da spendere eventualmente in marketing e altri servizi (per approfondire la questione capitale sociale ti invito a leggere questo post, soprattutto nella parte in cui si cita Mafe de Baggis);
  • costruire una audience profilata ed interattiva, una di quelle cose che fa particolarmente gola oggi alle aziende.

L’attività di “marketing e promozione” è quella che genera probabilmente maggiore remunerazione nel breve periodo, ma ha una grossa controindicazione:

tende inevitabilmente a consumare la reputazione del blogger (lo schemino di Gianluca non è male per spiegarlo!) e quindi il capitale sociale faticosamente costruito e messo da parte, giorno dopo giorno, contenuto dopo contenuto.

L’attività da “fornitore di servizi” rappresenta forse la via più percorsa e quella che potrebbe garantire una remunerazione più proficua e a lungo termine. Tuttavia anche in questo caso ci sono da tenere presenti alcune questioni che mi stanno particolarmente a cuore:

un po’ tutti da qualche tempo a questa parte, complice la situazione attuale piuttosto precaria del mercato del lavoro, si sono lanciati in questa “impresa”.

Quattro o cinque anni fa, quando ho cominciato ad intraprendere anche io questa professione (consulente e poi formatore comunicazione online), la situazione era molto diversa, nettamente più accessibile. Oggi la concorrenza è tanta, spesso “maldestra”, ed abbassa notevolmente il valore del settore, sia dal punto di vista qualitativo (proprio ieri mi sono arrabbiato parecchio per questo motivo!), sia dal punto di vista delle possibilità remunerative (in questo senso ormai siamo alla pantomima, vero Cinque Stelle Rieti…?!?).

Naturalmente chi ci è arrivato prima e si è distinto per un operato professionale non ha particolari problemi (se non qualche volta con le paranoie di clienti con esperienze negative pregresse, ed anche li torniamo al capitolo “scarsa professionalità”!) mentre chi deve cominciare oggi trova, secondo me, una strada piuttosto complicata dinnanzi a sé.

Tornando all’articolo che ha ispirato tutti i ragionamenti espressi in questo post, mi ha particolarmente colpito anche il ragionamento riguardo ai “blogger e all’acqua calda“, secondo cui nulla di ciò che fanno oggi i blogger per sostentarsi rappresenterebbe una novità

There is an interesting link between all of the ways I listed how bloggers can make money. Whether their modus operandi sits under Content, Marketing or Services, none of the methods are new, and none of them are unique to blogging. Take a good look at each item on the list. Every one existed before travel blogging came to the fore. In fact, if you just remove the words ‘social’ and ‘web’, all of them existed before the internet turned up too.

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Effettivamente…

Attendo le vostre opinioni.

Fonte immagine in alto: https://www.flickr.com/photos/jorgeq82/3445354287/