Qualche giorno fa ho letto con estremo interesse un articolo degli amici di Web In Fermento (sempre sul pezzo, seguiteli perché ne vale la pena!) che fornisce un modello piramidale di pubblicazione dei contenuti per strategie SEO e Social Media tenendo presente tematiche, tempistiche, costi ed efficacia.
Mi occupo spesso di piani editoriali e strategie di content marketing aziendale e credo che, dal punto di vista delle categorie di contenuto, si possa semplificare ulteriormente il modello arrivando a definire una sorta di “triangolo della sopravvivenza” per i contenuti aziendali distribuiti online.
Semplificando al massimo, i problemi principale che hanno le aziende quando intraprendono la strada della comunicazione online sono d’altronde sostanzialmente due:
1. la difficoltà nello smettere di “parlare” solo ed esclusivamente di se stesse e di quanto sono belle, brave e leader del proprio settore, tutte cose di un’altra epoca che conducono, quando va bene, dritte dritte all’invisibilità.
2. maturare la consapevolezza che i propri contenuti non andranno a competere per l’attenzione delle persone solo con quelli dei competitor, come avveniva nell’epoca di cui parlavamo sopra, ma con una marea di contenuti, di tutte le tipologie, prodotti in grande maggioranza da altre persone e quindi tendenzialmente più degni di fiducia (pensate in questo senso al vostro newsfeed di Facebook).
E darsi una risposta.
Ed ecco che il “triangolo della sopravvivenza” prende chiaramente forma (ed un suo utilizzo dovrebbe essere previsto in ogni piano editoriale che si rispetti!).
Cara azienda, quello che dici online deve rientrare in una di queste 3 categorie: – divertente – vantaggioso – utile Se no meglio tacere.
— Paolo Ratto (@jul_x) 19 Giugno 2014
Divertente: non dimenticatevi che uno dei primi motivi di utilizzo di Internet (e sicuramente il primo dei Social Media!) è il cazzeggio. Possiamo girarci intorno quanto vogliamo, ma oggi le aziende se vogliono essere notare devono fornire contenuto divertente, accattivante, che colpisca, emozioni, faccia ridere (o eventualmente piangere).
Utile: le persone su Internet cercano informazioni ancora prima che servizi/prodotti per colmare i propri eventuali bisogni. Diventare un punto di riferimento per le informazioni legate al proprio settore è un bel colpo dal punto di vista della reputazione. E oggi la reputazione se non è tutto, è tanto. Non solo. Quando le persone cercando un’azienda su Internet? Tendenzialmente quando hanno un problema e hanno bisogno di una soluzione rapida ed efficace per risolverlo. Riuscire ad anticipare gli eventuali problemi dei propri clienti (o potenziali tali) ed andare oltre al semplice customer care può fare la differenza.
Vantaggioso: Internet, ovvero il regno della disintermediazione, spauracchio di tanti “vecchi” settori (chiedete agli assicuratori che cosa ne pensino dei comparatori di prezzi online…) deve sicuramente una buona parte dei suoi sviluppi e delle sue fortune proprio alla questione “prezzi”. Eppure quando parlo di “vantaggioso” non mi riferisco solo ed esclusivamente a sconti e promozioni da veicolare (anche) online ma a strategie più complesse che mettano la persona al centro del mondo aziendale. D’altronde sebbene la parola sulla bocca di tutti sia “social”, ciò che emerge con prepotenza nella collettività è paradossalmente l’egoismo individuale ed il bisogno di appagarlo, ancora meglio se all’interno di una comunità di persone che si riconoscano come affini per interessi e peculiarità.