In questo periodo di riposo fortemente bramato e trascorso un po’ per caso “zingarando” tra Francia e Svizzera, in assoluto distacco dal Web, ho scoperto alcune cosette che mi andava di condividere. Una serie di sorprese figlie di quell’impareggiabile strumento di “pedagogia dell’inaspettato” che risulta essere il viaggio.
Sulla… piacevolezza dell’acqua dolce
Il binomio semantico “acqua-divertimento” può NON essere completato per forza da “mare”. Ed il sottoscritto che da ingenuo lupacchiotto d’acqua salata ha sempre inserito laghi e fiumi nella categoria “che barba che noia” si è dovuto ricredere. Eccome. Dulcis in fundo…
Sul… che poi alla fin fine siamo tutti cugini
Le rimpatriate famigliari, si proprio quelle da oltre 50 parenti/amici/amici dei parenti/parenti degli amici… provenienti da ovunque, dove persino i rami più intricati degli alberi genialogici più complessi vengono sciolti e dove rigorosamente per almeno un paio di giorni è vietato arrestare la dinamica del “mangia-bevi-dormi” in compagnia (ripetuta n volte!), non sono un’esclusiva dell’Italia che va da Roma in giù. Devo anzi ammettere che Oltralpe riescono a fare cose molto apprezzabili anche in questo senso. I 3-4 kg che mi porto appresso in più da qualche giorno ne sono lampante testimonianza.
Del… miracolo sull’ottavo fiume
Se pensate, come pensavo io fino a qualche giorno fa, che nel 2012 non esistano più fiumi urbani dalle acque limpide forse vi conviene fare un salto a Thun (ma anche a Berna) e scoprire la magia dell’Aare. Anzi, se proprio volete fare una cosa diversa dal solito (per me incredibile) arrivate a Thun, magari in treno, portatevi un canotto gonfiabile e fatevi trasportare dalla corrente di questo affluente del Reno, per qualche ora, proprio fino a Berna. Subirete anche una lezione pratica sulle possibilità dei fiumi intesi come mezzi di trasporto. Voto 10.
Sul… pesto alla genovese e le sue infrangibili leggi
Da genovese quante volte ho ascoltato quel fatidico “mi porti il pesto quando passi di qui?” oppure “se ti presenti senza pesto non ti apro neanche la porta” in procinto di visitare qualche amico fuori dalla mia città natale. E quante volte, ispirato dall’infrangibile legge tramandata di padre in figlio all’ombra della Lanterna, ho dovuto rispondere: “io te lo porto ma senza l’aria di Genova il pesto cambia gusto. Sa di menta“. Poi ti capita, un po’ per caso, che mentre sei a Losanna, ospite di una coppia di amici svizzeri francesi, Lei completamente ignara delle ipotetiche conseguenze tiri fuori quelle 7-8 parole che non ti aspettavi e che ti fanno storcere il naso (forse avrete sentito parlare qualche volta del mugugno genovese): “stasera pensavo di farvi la pasta al pesto!“. “Sarà la fine“, pensi fra te e te (in questo caso fra me e me!) ma dinnanzi a cotanta ospitalità decidi di prepararti al peggio con il sorriso sulle labbra. E poi? Poi la sorpresa. Quando il pesto non solo si presenta perfettamente consone alla tradizione del capoluogo ligure ad una prima analisi vista-olfatto, ma al momento dell’assaggio capisci che potrebbe ingannare persino uno degli abitanti più conservatori di Prà, non puoi far altro che rimanere piacevolmente allibito. E il fatto che Lei che non sia mai stata a Genova e ignori completamente ogni connessione tra la città e la “crema di basilico” rende tutto ancora più clamoroso. Altro che menta…
Bene. Direi che ora possiamo tornare a parlare di Web.
p.s. questo ritratto vacanziero mi ha fatto tornare in mente quello che ho scritto, tempo addietro, sulla Sardegna e sul Portogallo. Che non si vive di solo Web…