Ancora prima del “Like“, anche prima del boom del mobile, quando l’idea dell’Open Graph era forse solo nella testa di Zuckerberg e Instagram non era neppure nato…
Facebook aveva già vinto.
Il colosso blu è riuscito infatti in un’impresa titanica che nessun altro strumento ha neanche lontanamente sfiorato: quella di trasporre (“schedare” direbbero i maligni) tutte le relazioni delle persone con amici, parenti, colleghi e conoscenti, al di là del tempo e dello spazio, in un’unico gigante database, consultabile dall’esterno solo parzialmente, in aggregato (e “meno male” aggiungo io) e anche a pagamento (se dico “campagne profilate” avete già capito, vero?).
E quando le persone dentro al database cominciano ad essere una percentuale rilevante della popolazione mondiale (facciamo il 10% stando bassi?) ecco che questa vittoria diventa schiacciante, a prescindere dalla quotazione in borsa, dal modello di business e da tutto il resto.
Oggi sono rimasto davvero colpito da una semplice “interrogazione” di questa enorme base di dati con l’obiettivo accademico di mappare i legami di amicizia tra utenti di diverse nazioni del globo.
Technology bridges distance and borders. Individuals today can keep in touch with their friends and family in completely new ways — regardless of where they live. We explored these international connections through Facebook and found some trends — some predictable, some wholly unexpected, and some still inexplicable.
E così oltre a riflettere su legami di amicizia comprensibili (per esempio tra francesi immigrati e le famiglie nelle ex colonie), altri un po’ meno (il rapporto tra Congolesi e Ecuadoregni che radici ha?) ed altri ancora che fanno sorridere (i tanto canzonati Belgi sono al primo posto per i Francesi!), capisci di trovarti di fronte ad un quadro geopolitico di tutto rispetto che fotografa anche i flussi migratori degli ultimi decenni. Con incredibile precisione.
Immigration is one of the strongest links that seems to bind these Facebook neighbors, as thousands of people pour over borders or over seas, seeking jobs or fleeing violence, and making new connections and maintaining old friendships along the way. Economic links, through trade or investment, also seem to be strong predictors of country connectedness. And finally, one of the most overwhelming trends we found as we explored this graphic is the strong tie that remains between nations and their former colonizers, whose continued linguistic, cultural, and economic ties still echo today.
Facebook Stories. Anzi storie e basta direi. E poi mi vengono a parlare di dicotomia tra reale e virtuale…
p.s. ne abbiamo discusso anche oggi su Facebook