Costa di più la pubblicità su Google o su Facebook?

Anche se non siete esperti del settore, ma semplici appassionati delle dinamiche del Web Advertising, sono sicuro che una domanda di questo tipo vi sia passata per la testa (almeno) qualche volta.

Oggi proveremo a trovare una risposta plausibile.

Prima di tutto riflettiamo su quello che ci dicono gli stessi Google Adwords e Facebook Ads (e chi li conosce davvero bene!), per quanto riguarda il meccanismo di offerta (presente chiaramente in tutte e due le piattaforme) e di visibilità dell’annuncio.

La dinamica di Adwords è perfettamente spiegata in questa (parte di una) infografica realizzata da PulpMedia, già utilizzata dal sottoscritto in un precedente post…

Per approfondire ulteriormente vi consiglio di dare un’occhiata alla guida ufficiale.

Per quanto riguarda Facebook, invece (come riportato da Facebook Strategy,  risorsa italiana tra le più valide in materia)…

(…) la posizione, visibilità ed il costo degli annunci è influenzato da un punteggio di qualità calcolato in base ai seguenti fattori:

1. Offerta Massima;
2. Performance;
3. Rendimento nel Tempo.

Interessante notare le similitudini per quanto riguarda l’importanza del punteggio di qualità (o quality score) che ci impone subito una riflessione: in entrambe le piattaforme, i costi dipendono anche dalla bravura di chi gestisce la campagna (ricordate il celebre motto di Alpitour…?!?).

Altra riflessione fin banale che emerge subito è la “questione concorrenza”. In entrambe le piattaforme, essendo presente il meccanismo dell’offerta, risulta evidente che più offerte ci sono (e quindi più concorrenza nel settore di riferimento, che sia definito da parole chiave o interessi degli utenti) più i costi saranno elevati.

Ma se volessimo cercare di confrontare in qualche modo i CPC (cost per click) medi, settore per settore? Ci si può provare confrontando due ricerche, pubblicate rispettivamente da WordStream e Flowtown, che si concentrano proprio sui costi della pubblicità per settore. Diamo un’occhiata…

Queste le “categorie” di keyword più care su Google

E questo il costo per click, stimato nei diversi settori, su Facebook

Difficile paragonare tra loro questi dati. Ciò che possiamo provare a sottolineare deriva da una corrispondenza di alcuni settori più cari di altri (su tutti assicurazioni, servizi bancari o finanziari, ma anche internet e più in generale telecomunicazioni/informatica) su entrambe le piattaforme. Corrispondenza che invece non appare confermata per esempio nel settore turismo (tra i più competitivi su Adwords e non su Facebook) o per quanto riguarda l’ecommerce.

Voglio chiudere con una serie di riflessioni sull’argomento molto istintive, che derivano dalla mia esperienza personale di utilizzo professionale sia di Adwords sia di Ads. Mi piacerebbe davvero che su queste osservazioni, “non documentate”, potessimo dibattere insieme:

  • Google Adwords è ancora, in linea generale, più caro di Facebook Ads. Eppure il gap tra i due si sta riducendo. Ho ravvisato un’evidente impennata dei costi a partire dalla seconda metà del 2011 in poi, dovuta probabilmente all’aumento degli annunci e quindi della competitività su Facebook; 
  • l’impossibilità di paragonare in maniera davvero esaustiva parole chiave (Adwords) e profilazione degli utenti (Fb Ads) lascia molti interrogativi aperti e non consente di poter esprimere un giudizio “definitivo”; 
  • ho l’impressione (ma correggetemi se sbaglio) che più si profila un annuncio su Facebook (ed il target diminuisce) più i costi della pubblicità aumentino, dinamica se vogliamo opposta a quella di Google, in cui più l’annuncio è “di massa” (in base alla concorrenza sulla specifica parola chiave) più è caro.
    • quella che provocatoriamente ho proposto all’inizio di questo post non è la domanda giusta. La differenza alla base delle dinamiche pubblicitarie delle due piattaforme impone di domandarsi, piuttosto che quale sia la più costosa delle due, quale sia la più adatta a seconda delle circostanze. E’ chiaro che in alcuni settori (ma forse meglio dire, in alcune iniziative!) sarà più conveniente usare una tipologia di pubblicità piuttosto che un’altra.

    p.s. e non dimentichiamoci di Twitter