L’importanza di Twitter oggi (per le aziende) non dipende dai suoi numeri di diffusione. E’ vero che la piattaforma, a livello mondiale, appare tra quelle più utilizzate (oltre 200 milioni di utenti attivi al mese) ma è vero anche che il tasso di crescita è fortemente e costantemente in calo.
Se poi lasciamo perdere alcune eccezioni e ci concentriamo su paesi come il nostro possiamo chiaramente sottolineare che la base di utenti è ben distante dall’essere paragonabile, anche solo per grado di penetrazione e trasversalità anagrafica, a quella di Facebook.
L’importanza di Twitter oggi (per le aziende) non dipende neppure dal traffico che la piattaforma possa generare ai siti web di chi la utilizza per diffondere news. Secondo Shareaholic infatti solo l’1% del traffico Web USA generato dai social sarebbe attribuibile a Twitter (percentuale peraltro in calo rispetto a rilevazioni precedenti!).
L’importanza di Twitter oggi (per le aziende) non dipende neanche dal livello di coinvolgimento (engagement) che la piattaforma può generare intorno ai contenuti di un’azienda. Anche in questo caso, secondo una ricerca di Social Bakers, è Facebook la piattaforma che può marcare la differenza.
Ricapitolando: niente massa critica, niente distribuzione dei contenuti con ritorno sui siti/blog, niente engagement e neppure… e-commerce (se vogliamo chiamare in causa anche l’ultima analisi di Shopify). E allora? Qual è l’importanza di Twitter oggi per un’azienda, considerando anche la fisiologica dispendiosità nell’utilizzo continuativo della piattaforma?
Io credo che Natalie Burg centri il punto nell’articolo che ho scoperto grazie ad un post (assolutamente da leggere!) di Giuseppe Granieri su “il futuro di Twitter”.
“Twitter’s popularity among the cool kids of the Internet — that is, the younger, better educated, more tech savvy population — has long contributed to an air of superiority around the social network. Sure, there are fewer people on Twitter than there are on Facebook, but they make up a virtually pre-targeted audience for publishers. They’re the readers of the world, the knowledge-hungry, the engagement astute. They are the quintessential content consumers”.
Che nella traduzione dello stesso Giuseppe suona così…
“la popolarità di Twitter tra la “gente in gamba” di Internet (la popolazione più evoluta, educata e competente con le tecnologie) ha sempre contribuito a dare al social network quella certa aria di superiorità. Certo, su Twitter c’è meno gente che su Facebook, ma queste persone sono virtualmente una popolazione in target per gli editori. Sono per lo più lettori interessati al mondo, affamati di conoscenza, abili nel fare networking. Sono la quintessenza del perfetto consumatore“
Non solo gli utenti più attivi su Twitter sono forse la quintessenza del perfetto consumatore ma rappresentano anche molto probabilmente, settore per settore, quella nicchia che, se interpellata e valorizzata correttamente, possa fare la differenza nella costruzione di un marchio e nella distribuzione pubblica delle sue peculiarità.
Oltre un anno fa, soffermandomi sull’utilità di Twitter per le aziende italiane, scrivevo…
Twitter si presta, secondo me, in maniera perfetta per iniziative di Digital PR. In un momento in cui molti account, anche di aziende medio-grandi, sono frustrati dal numero molto basso delle persone che riescono a coinvolgere ecco aprirsi possibilità di dialogo e di piccole azioni quotidiane congiunte. L’esempio perfetto me lo forniscono gli account di alcuni enti regionali per il turismo che si stanno ritagliano uno spazio importante nella piattaforma. Con quale strategia? Proponendosi come hub di una porzione di network e facendosi portavoce (se stimolati adeguatamente!) anche dei contenuti delle strutture ricettive, commerciali o istituzionali che rappresentano.
E ancora…
Altro piccolo suggerimento che mi permetto di dare è quello di utilizzare la piattaforma per iniziative di coinvolgimento degli opinion leader dei singoli settori verticali (già ascoltare ciò che si discute nel settore di riferimento dell’azienda non può che essere positivo!). Occhio però che l’attenzione si guadagna, giorno dopo giorno, lavorando sulla piattaforma e costruendosi una credibilità digitale (e anche qui il lavoro del community manager assume un certo rilievo). Ché l’epoca dei comunicati stampa via email è finita da un pezzo… (e ve lo dice uno che ne elimina 4-5 al giorno senza neppure leggerli!).
Io ne sono sempre più convinto.
E tu che ne dici? Qual è, secondo te, l’importanza di Twitter oggi per le aziende?
Fonte immagine in alto: https://www.flickr.com/photos/kevcole/2340610519/