Sul “marketing della preghiera”, una delle peggiori degenerazioni del social web, figlia dell’ “ansia quantitativa” che attanaglia sempre di più il settore, mi sono già soffermato a livello teorico

Oggi vado oltre e vi propongo due esempi pratici di ciò che NON si deve fare attraverso i social network (e soprattutto su Facebook):

1. Esempio di “Marketing della preghiera” attraverso creazione di evento fittizio su Facebook con multiplo invito privato personale e conseguente notifica “molestatrice”.

2. Esempio di “Marketing della Preghiera” attraverso messaggio postato su pagina facebook (nella fattispecie la pagina del mio blog) in modalità pubblica. Alla mia risposta è seguita la cancellazione del post… (strano!)

Conclusione?

Sempre la solita storia: nuovo strumento, vecchio paradigma.

p.s. oggi ne abbiamo discusso anche su Facebook, sia QUI sia QUI.